Una sezione interamente dedicata alla prematurità, con informazioni utili per tutti i genitori di bimbi nati pretermine.


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Marco è nato a sole 27 settimane di gestazione, con un peso alla nascita di 900g.
Era piccolo ma già forte, anzi fortissimo, come tanti bambini come lui che hanno deciso di venire al mondo in anticipo; era capace di sopportare le flebo, l'enterale nel suo piccolo nasino ed una intubazione endotracheale nella bocca senza piangere, senza mostrare sofferenza ma guardandomi in quei pochi minuti che non dormiva con i suoi occhioni già grandi.
Come tante mamme di prematuri ho avuto tanti sensi di colpa, e mi sentivo tanto impotente: il mio piccolino, prima stava nella mia pancia ed ora era solo in una incubatrice.
Dovevo fare qualcosa per lui.
Sin dal giorno dopo che Marco è nato, ho iniziato a tirare il latte con il tiralatte manuale,  tirandone circa 30g ogni 3 ore.
La fatica e il dolore sia psicologico, per non poter attaccare il mio bambino come fanno tutte le mamme, che fisico, poichè il tiralatte non agisce in modo naturale, sono però scomparse di colpo quando mi hanno detto in TIN: "Oggi Marco ha preso 30g di latte con l'enterale continua , e tollera bene l'alimentazione." .Nella drammatica situazione in cui mi trovavo, ho avuto una notizia che mi ha dato una spinta a continuare ancor di più il mio lavoro. Marco prendeva il latte.
In ospedale, nel reparto TIN, è stata adibita una stanza per tirare il latte con dei tiralatte elettrici forniti dall'ospedale. Una consulente per l'allattamento molto preparata, insegnava a tutte le mamme come fare per avere una buona produzione di latte.
Ho iniziato con il tiralatte elettrico ogni volta che andavo in reparto, successivamente ne ho affittato uno per casa. La mia produzione aumentava sempre di più, tanto che ne producevo troppo per le esigenze di Marco e quindi ero costretta a congelarlo. Il congelatore era pieno di latte, sono stata quindi costretta a chiedere "ospitalità" nei congelatori dei nonni di Marco. Il latte congelato deve essere consumato entro 2 mesi dalla data di congelamento, e poichè ne avevo una montagna ho deciso di donarlo alla Banca del Latte dell'Ospedale.
Durante i 3 mesi e mezzo in ospedale, a causa della broncodisplasia che costringeva Marco a stare nella sua incubatrice con il 23-24% di Ossigeno, Marco mangiava con il biberon e ho potuto allattarlo solo 3/4 volte con l'ausilio del tubo dell'ossigeno. Ma io e Marco non ci siamo dati per vinti.
Il primo giorno che Marco, ormai senza ossigeno, è arrivato a casa, mi tiravo il latte e gli davo il biberon; il secondo mi sono fatta coraggio e l'ho attaccato: il mio piccolino succhiava come se l'avese fatto sempre! Su indicazione del pediatra, ad gni poppata facevo la doppia pesata per assicurarmi che mangiasse a sufficienza, e ad ogni fine settimana lo pesavo.
Ebbene, Marco cresceva come i tutti i neonati di circa 200g, e non voleva più nè biberon nè ciuccio !!!!
Ormai Marco ha quasi un anno (5/5/2003) ed io continuo ad allattarlo la mattina e tutte le volte che lui vuole.
Spero che la mia storia dia tante speranze alle mamme dei prematuri: nel momento più difficile della  vita dei nostri bambini, noi mamme li possiamo aiutare ristabilendo un contatto naturale.

Chiara, mamma di Marco


Il mio bambino è nato a 29 settimane di età gestazionale a causa della mia severa pre-eclampsia: il suo peso alla nascita era 960 grammi. L’aggravamento della nostra situazione è stato molto rapido così ,senza rendermene conto più di tanto, sono diventata la mamma di Davide.
Il giorno dopo il parto cesareo volevo andare a vederlo ma non mi è stato consentito; così, per avere la sensazione di fare qualcosa per lui ho avuto il mio primo incontro con il mio fedele compagno di viaggio dei mesi successivi: il tiralatte elettrico. Dopo il parto le mie mammelle si erano ingrossate ma dopo 15 minuti di “mastosuzione” da una mammella è uscita una piccolissima goccia di colostro e dall’altra nulla! Nei 2-3 giorni successivi in reparto vedevo altre mamme che avevano partorito che producevano in pochi minuti flaconi enormi di latte mentre io dopo estenuanti spremiture riuscivo a fare qualche goccia, al massimo 5 ml da portare al mio bimbo! Ero triste perché mi sembrava di non riuscire ancora una volta a nutrirlo, così come era accaduto nella pancia, però ero molto determinata, bevevo tanto e ogni 3 ore mi attaccavo al tiralatte, anche nelle ore notturne (“il tiralatte segue la mamma” – dicevo): ogni giorno riuscivo a produrre solo qualche ml in più per il mio bambino ma in terapia intensiva neonatale lo potevano utilizzare perché ne assumeva quantità così piccole che riuscivano a coprire con le mie piccole produzioni.
I giorni passavano e talvolta, anche per lo stress dell’esperienza vissuta, la fatica si faceva sentire e mi scoraggiavo; nonostante questo pero’ desideravo tantissimo riuscire a nutrirlo con il latte materno e trasmettere a lui i miei “super-anticorpi” (cosi’ li chiamavo io poiché ho la fortuna di essere immune a molte infezioni). Ho quindi insistito la stimolazione metodica del seno con il tiralatte elettrico e mi aiutavo con la spremitura manuale e con spugnature calde. Ogni giorno la quota di latte che producevo aumentava un pochino e poco alla volta a dopo poco meno di un mese dalla nascita di Davide sono riuscita a produrre tantissimo latte. Però il mio bambino aveva un intestino ancora immaturo, faceva un po’ fatica ad evacuare e a volte aveva la pancia così globosa da far fatica ad espandere i polmoni. I medici hanno così pensato di nutrirlo con un latte idrolisato, praticamente già digerito, per aiutarlo a stare meglio. La mattina in cui mi hanno comunicato questo cambiamento ho avuto un grosso dispiacere, mi sembrava che mi fosse stata tolta l’unica cosa che potevo fare concretamente per lui! Mi hanno consigliato di fare una dieta strettissima e di congelare il latte che avrei continuato a tirare; nel frattempo il mio bambino era molto migliorato, la pancia andava molto meglio e respirava benissimo. Era sicuramente meno motivante attaccarsi alla macchinetta del tiralatte e quindi separarsi dal bimbo per un po’ di tempo quando poi il latte che mi toglievo non gli veniva dato, ma ho resistito: mi sono messa a dieta rigorosissima e ho continuato la mia costante stimolazione del seno così il latte non è calato e ne ho congelata una grande quantità. Dopo un mese di latte “speciale” i dottori hanno deciso di riprovare ad alimentarlo con il mio latte; inoltre Davide era cresciuto e così ho potuto anche provare ad attaccarlo al seno: la prima volta ho provato un dolore terribile, che differenza rispetto al tiralatte! Poi ho cominciato ad attaccarlo per pochi minuti 1-2 volte al giorno, facendo la doppia pesata e somministrando la quota mancante con il biberon. Ero molto contenta e soddisfatta, sentivo che i miei sforzi erano stati ripagati.
Poi finalmente dopo 71 giorni di degenza Davide è tornato a casa con noi e qui ho cominciato lentamente ad attaccarlo al seno sempre per più tempo e poi per più pasti ed ho potuto utilizzare anche il latte abbondantissimo che avevo congelato nel periodo in cui lo nutrivano con latte artificiale. Ho continuato con la dieta ma penso che ne sia valsa la pena anche se è un po’ scomodo! Poi quando Davide ha compiuto 9 mesi anagrafici con una lenta e progressiva diminuzione il mio latte e’ “finito”, al momento mi e’ un po’ dispiaciuto pero’ sono comunque molto soddisfatta!
Spero che la nostra esperienza sia utile a tutte le mamme dei bimbi prematuri che vogliono allattare: in bocca al lupo!

Lorenza, mamma di Davide.



Ho partorito mia figlia Uma a metà della 33esima settimana, dopo 65 giorni trascorsi esclusivamente a letto, in seguito ad un cerchiaggio cervicale d'urgenza che si è reso necessario per l'apertura del collo dell'utero alla 24esima settimana. Non voglio parlare delle paure e delle angosce di tutto quel periodo, perchè vorrei parlare della mia esperienza con l'allattamento.
La mia piccola Uma non è stata una prematura particolarmente a rischio; il suo peso era di tutto rispetto (2,125 kg) e nonostante qualche iniziale difficoltà respiratoria, nel giro di 12 ore la saturazione ha raggiunto il 100% consentendole di fare a meno dell'ossigeno e poi, nel giro di qualche giorno anche dell'incubatrice.
Il calo fisiologico però è stato notevole anche per colpa dei due cicli di fototerapia a cui ha dovuto essere sottoposta. Era diventata 1,700 kg.
A me sembrava minuscola. Avevo paura perfino a toccarla.
Tra le mie tante paure in tutta questa situazione, c'è stata fin da subito, la paura di non poterla allattare, ma il giorno dopo il parto, l'ospedale mi ha fornito il tiralatte ed ho iniziato il mio “lavoro”.
Ai primi tentativi solo qualche minuscola goccia di densissimo colostro. Talmente poco che non poteva essere utilizzato, poi continuando ad insistere le gocce sono diventate grammi e hanno potuto iniziare a somministrarle a Uma, che all'inizio prendeva solo piccolissime quantità.
Io però volevo sapere se avrei mai potuto attaccarla al seno e sia le ostetriche che le infermiere della neonatologia non facevano altro che rassicurarmi sul fatto che ci sarei riuscita senz'altro.
Dopo qualche giorno mi hanno concesso di fare il primo brevissimo tentativo, e per i successivi 10-12 giorni potevo provare solo una volta al giorno e per pochissimi minuti, perchè a succhiare si stancava tantissimo e dopo non aveva più la forza di prendere neppure il biberon.
Io avrei voluto attaccarla più spesso. Avevo paura che si “dimenticasse” del seno per affezionarsi al biberon, ma le infermiere erano molto fiscali e non mi concedevano più di così e io, mio malgrado, mi dovevo fidare di loro.
Le prime volte si addormentava subito, o magari prendeva 5 gr.
Poi hanno iniziato ad essere 10.
La prima volta che ha succhiato dal mio seno 20 grammi, mi sembrava di avere vinto l'oscar. Ero assolutamente entusiasta. Le inferimere mi assistevano e condividevano la mia gioia. La sua energia nel poppare aumentava progressivamente. Cominciavo a sentire che ce l'avrei fatta.
La vittoria l'ho ottenuta così, con tanta costanza e a piccoli passi.
Quando l'ho portata a casa, pesava meno di 2 kg, e ancora l'attaccavo solo una volta al giorno e per la poppata notturna, ma alla prima visita, la pediatra, visto il suo aspetto vivace e il soddisfacente aumento di peso, mi ha dato il via libera per allattarla esclusivamente al seno.
Da quel momento mi sono sentita davvero libera e sicura.
Devo dire che grande merito va all'ospedale dove ho partorito, nel quale sono dedicate una attenzione e una cura particolari riguardo l'allattamento al seno.
Alle mamme che hanno bimbi in neonatologia è riservato un alloggio provvisto di letti, cucina e di un tiralatte “centralizzato”. In questo modo le mamme possono restare vicine ai loro bimbi tutto il tempo che desiderano. La loro presenza viene molto incoraggiata dal personale di reparto. Entrano a dare loro i pasti e nelle pause possono tirarsi il latte o fare un sonnellino in tutta tranquillità. Vengono anche forniti i pasti dalla colazione alla cena, merenda compresa.
Io restavo in ospedale per tutte le poppate diurne e la sera, avendo un'altra bimba di 3 anni e mezzo, ritornavo a casa, ma con la serenità di avere condiviso con la mia piccolina tutto il tempo possibile. Tutto questo è utile per imparare con gradualità a “maneggiare” questi piccolissimi esserini in modo di sentirsi meno impreparati nel momento in cui verranno a casa. A casa mi ero procurata il tiralatte e al mattino ritornavo in ospedale portando il quantitativo ottenuto durante la serata e con l'aumento della mia produzione, il fabbisogno di Uma ha potuto essere quasi interamente soddisfatto dal mio latte anche durante il suo soggiorno in pediatria.
All'ultima visita, pochi giorni fa, Uma aveva 38 giorni e pesava 3,200 kg. Sarebbe dovuta restare nella mia pancia ancora 10 giorni.
Nonostante una nascita prematura (anche se annunciata come nel mio caso), sia qualcosa di molto diverso da ciò che ogni futura mamma sogna, io posso dirmi comunque serena. Adesso che si avvicina la mia dpp ogni tanto divento un po' malinconica, ma poi penso alla nostra avventura, guardo la mia deliziosa bambina e il cuore mi si gonfia di tenerezza e orgoglio. Comunque, ce l'abbiamo fatta.

Rossella mamma di Uma.


Delia, 33 settimane + 4, 2087 grammi

Se solo ripenso a tutto quello che è successo mi vengono ancora i brividi..
Gravidanza perfetta, lavoravo ancora ed ero l’invidia di amiche e colleghe.. ero in splendida forma e il mio viso testimoniava la mia tranquilla felicità.
Poi un giorno una sensazione, una brutta sensazione e un controllo in ospedale: Tracciato non buono, ricovero d’urgenza.
Sono stata 3 giorni convinta che da lì a poco sarei uscita con tanto di rimprovero “riposo riposo” ed invece il pomeriggio del 3° gg, l’ultimo tracciato, l’ostretica che corre a chiamare la ginecologa e tutti intorno che scuotono la testa: Cesareo d’urgenza la bimba è in grave sofferenza.
Da lì è iniziato un incubo, non sapevo cosa significasse avere un bimbo pretermine.. ero talmente in ansia che hanno dovuto farmi due spinali e poi un’anestesia totale. Mi sono risvegliata ed ero “svuotata” e non avevo visto la mia bimba.. sentivo solo borbottare ma non capivo..
L’ho rivista dopo 2 gg e negli occhi di mio marito vedevo la sofferenza di chi ha visto la terapia intensiva, di chi ha visto la sua piccola incubata in un ambiente di sofferenza e preoccupazione.. giorni (21) interminabili, solo 3 ore al giorno potevo stare con lei e vivevo il resto della giornata in attesa, tirando il latte, tanto in abbondanza.. era l’unico modo per sentirmi mamma..
Poi finalmente il ritorno a casa, la gioia, l’ansia…ogni giorno tiravo il latte e preparavo i 7 biberon… e così fino a quando un giorno vedo che il latte diminuisce e non era una sensazione, il latte non usciva.. momenti di terrore… la mattina tutto ritorna come prima, ma la sera ricomincia la scarsa produzione…inizio a leggere tutto il leggibile sulle possibili cause di una scarsa produzione e poi mi fanno scoprire la lega del Latte…telefono e una consulente mi dice che il latte non finisce, ma lo stress mette in circolo l’adrenalina, talmente tanta, da bloccare i condotti galattofori…anche questa volta l’ansia mi stava punendo…e così un giorno con l’aiuto e il sostegno di mio marito, prendo coraggio e dapprima alterno un biberon al seno ma con scarsissimi risultati, Delia si confonde e si innervosisce…allora solo seno e “speriamo di non farla morire di fame”…
la peso ogni mattina e i primi 3 giorni non prende peso… attaccata per ore estenuanti, con la doppia pesatura..ha preso 10 gr, ne ha presi 70… quanti grammi in un giorno? Mille dubbi mille preoccupazioni…
poi ho imparato a non pesarla prima e dopo la poppata…Delia cresceva…
poi ho imparato a non pesarla tutti i giorni… Delia cresceva…
poi ho imparato a non contare 10 minuti a poppata, ma quanto ne voleva… Delia cresceva…
poi ho imparato a non contare quanto tempo era passato dall’ultima poppata… Delia cresceva…
oggi Delia ha 3 mesi e da due si nutre esclusivamente dal seno… ha imparato a nutrirsi solo da me e abbiamo ricreato quel rapporto che così violentemente ci avevano negato per tanto tempo…ora lei mi riconosce, sa che sono il suo “fantasma buono”, colei che la nutre, la coccola, la protegge e si prende anima e cuore cura di lei…sa che sono la sua mamma!!

Simona mamma di Delia


Buongiorno,sono Tatiana,la mamma di Antonio.
Voglio raccontarvi la mia esperienza dell allattamento.

Antonio era nato di 31 settimane per la rottura delle membrane, anche se ero a riposo dalla 19° settimana per la placenta previa centrale. Pesava 2 kg alla nascita (era gigante per la sua età) ma i polmoni non erano ancora ben formati (nonstante la cura con bentelan in ospedale alla 28° settimana), perciò è stato aiutato per 5 giorni e poi lasciato dentro incubatrice per 3 settimane pian piano diminuendo la quantita di ossigeno. Unica cosa che potevo fare per trasmettergli il mio amore materno Allattarlo sapendo che proprio il Latte lo fa crescere tanto e ha tutte le vitamine ed altri micro e macronutrienti necessari.

Avendo gia in passato un'esperienza di allattamento del bambino nato a termine sapevo anche che il seno dà il solievo psicologico (stesso odore e sapore che aveva nel pancione lo sentiva anche fuori). Ed abbiamo cominciato cosi... Dopo un taglio cesareo ho iniziato di usare il tiralatte dell'ospedale ogni 3 ore. All'inizio non producevo niente, poi qualche goccia e poi il latte dopo 3 giorni dal cesareo. Portavo tutto dal mio piccolo... Quando sono tornata a casa mi era venuto un ingorgo mammario e grazie all'infermiera dell'ospedale sono riuscita a risolverlo con i bagni nell'acqua calda e massaggi. Pian piano il latte era aumentato ed era stabilizzato a 240 ml da 2 seni tirando per 15 minuti. Le infermiere me l'hanno consigliato di tirare la quantità necessaria al bambino (70 ml da 2 seni per un pasto), ma non ho fatto cosi... Non è possibile aumentare il latte senza bambino che succhia direttamente dal seno... diminure invece è facile (oppure per aumentare dopo bisogna tirare il latte ogni 1,5 - 2 ore come farebbe un bambino sano a termine affamato). Cosi dopo 1 mese abbiamo iniziato con il biberon (mi faceva paura, perché spesso faceva fatica mangiare e desaturava sempre ai pasti diventando quasi blu e fiacco e facendo suonare tutti i sensori).... Dal 2° giorno in degenza fuori dall incubatrice con l'aiuto delle infermiere ho provato di avvicinare il mio cucciolo al seno (di solito dormiva annusando il mio odore), oppure tentava di attaccarsi ma non riusciva...

Molti infermieri erano indifferenti alle nostre tentazioni ma almeno non ci vietavano di provare. Una settimana prima della dimissione mi hanno presentato un'ostetrica vera professionista nell'allattamento che mi assistiva durante le prove (2 pasti al giorno, perché mangiava ogni 3 ore e il turno della signora finiva). Si faceva sempre la doppia pesata ma non gli riusciva ancora di mangiare dal seno... Stavo con il mio bambino per dare 4 pasti dal biberon. Tre giorni prima della dimissione ha mangiato unpasto (70 ml ) dal seno. Non ci potevo credere con i miei occhi... il giorno dopo 2 pasti, 2 giorni dopo 2 pasti...

Alla dimissione sapevo che lui era capace di attaccarsi ma sapevo anche che devo essere attenta e fare sempre attenzione a quanto spesso si attacca e quanto succhia. Cosi abbiamo comprato la bilancia da tenere in casa. Pesava 2.570 kg a casa non gli davo piu il biberon. Dopo una settimana pesava 2.920... dopo 2 settimane 3.260... dopo 3 settimane 3.610... dopo un mese dalla dimissione 4.210. Dopo 2 mesi ha messo su 2.800 kg!!!...(5.360kg)...e cosi via!!!!

Adesso Antonio ha 1 anno (dal parto (compiuto ieri)) e pesa 10.500kg. Mangia ancora dal seno prima di andare a letto (mattina, pomeriggio e notte) ed ha sempre dormito con me la notte mangiando su richiesta (richiesta si fa sentire da età di circa 1 o 2 mesi di età coretta).Mai usato le aggiunte di latte artificiale, invece il ciuccio sì, da subito.

 

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