Una sezione interamente dedicata alla prematurità, con informazioni utili per tutti i genitori di bimbi nati pretermine.


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Introduzione
I benefici della Marsupio Terapia
Perdere un bambino
Gioco
Allattare al seno un prematuro

Libri sulla prematurità

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NATO PICCINO PICCIO'
E' con termini precisi e accessibili che questo libro, unico nel suo campo, e indispensabile per genitori, medici ed infermieri, spiega tutto quello che riguarda i bambini nati "di basso peso"- anche 500 grammi- che grazie ai grandi progressi della medicina neonatale hanno oggi una speranza di vita molto superiore al passato.
Maria Serenella Pignotti, dottoressa impegnata nel reparto dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, ci trasmette tutta la sua passione e la sua competenza nel prendersi cura di questi bimbi "piccini picciò" e nell'infondere fiducia nei loro genitori.
E di questi ultimi vengono riportate alcune testimonianze che ci fanno partecipi delle ansie del primo periodo di vita dei loro bambini, ma anche della gioia per il successivo approdo a una crescita normalissima.

L'arca di Nina
Alla nascita Nina presenta condizioni generali molto gravi: pesa meno di un chilo, non riesce a respirare autonomamente e ogni giorno è soggetta a gravissime crisi cardiache e respiratorie. È dentro un'incubatrice, la sua "Arca"; la tiene in vita un apparecchio di ventilazione che, attraverso un sondino inserito nel naso, le spinge aria nei polmoni. Un catetere nell'ombelico la nutre e ha monitor, sonde, tubi e flebo dappertutto. Anna, sua madre, le sta accanto, le parla, la tocca, la tiene vicina nella disperata lotta per la sua sopravvivenza. Un racconto drammatico, sincero e commovente, dal finale ricco di sorprese e di emozioni.
Torino, 16 giugno 2000: Nina viene al mondo alla 26a settimana di gestazione. Pesa 700 grammi, ed è immediatamente ricoverata in Terapia Intensiva Neonatale. Dentro un’incubatrice – la sua «Arca» –, è tenuta in vita da un apparecchio di ventilazione che, attraverso un sondino inserito nel naso, le spinge aria nei polmoni; un catetere nell’ombelico la nutre e ha monitor, sonde, tubi e aghi dappertutto. Sua madre Anna, per oltre 70 giorni, le sta accanto, le parla, l’accarezza, mentre Nina supera un’emergenza dopo l’altra. Il 26 agosto 2000, finalmente, Anna e Nina possono andare a casa insieme: le condizioni della bambina si sono stabilizzate. Ma la loro battaglia per la vita non è ancora conclusa...
Dei tre reparti della Terapia Intensiva Neonatale – Intensiva, Semi-Intensiva e Minima – Nina era stata ricoverata in quello destinato ai prematuri più gravi. L’Intensiva, appunto… «Stai calma, Anna. Non poteva capitare in un posto migliore. È tutto organizzato, tutto perfetto». Tutto perfetto. Tutto perfetto.
Chissà perché, allora, appena l’ho vista non mi sono più sentita al sicuro. Mi sono avvicinata all’incubatrice di Nina e dentro di me è esploso un urlo. C’era un artiglio che mi graffiava; mi strappava via la carne. C’erano stupore, paura, incredulità, strazio, impotenza e senso di colpa, e non capisco come abbia potuto semplicemente mettermi a piangere, perché il dolore faceva tali e tante acrobazie che il solo pianto non bastava a esprimerle tutte.
Drammatico, intenso e lucidamente scandito da informazioni e dati, L’Arca di Nina è una storia di sopravvivenza. È la cronaca sincera, fino in fondo, di una furiosa battaglia per la vita: quella di una donna che era convinta di poter avere tutto – famiglia, lavoro, mille interessi... un’altra gravidanza serena –, e quella della sua secondogenita, nata troppo presto, con i polmoni, il cuore, il cervello formati soltanto a metà. Un testimonianza forte, una voce che ci cattura, e che talvolta ci fa anche sorridere, raccontandoci di un altro mondo, di persone, situazioni e luoghi pressoché sconosciuti. Un libro, una storia, una donna coraggiosa e la sua piccola guerriera che non potremo dimenticare facilmente.

PENSIERI PREMATURI
S.Latmiral e C.Lombardo (a cura di)
"Pensieri Prematuri" (Uno sguardo alla vita mentale del bambino nato pretermine)
Edizioni Borla Srl, 2000. Lire 45000 Un libro sullo sviluppo emotivo del bambino nato pretermine, curato da S. Latmiral e C.Colombo, a cui hanno collaborato la dott. O. Caccia, la dott. M.G. Torrioli e il Dr. R. Bertolini. Il libro è il resoconto della storia di una ricerca clinica, condotta con l'aiuto di strumenti psicoanalitici, sulle caratteristiche di base della personalità di un gruppo di bambini nati pretermine, osservati all'età di due anni. E' il racconto a più voci di un viaggio all'interno della loro crescita psichica nel tentativo di capire l'influenza esercitata dalla prematurità sullo sviluppo
emotivo.

Laura
Cavalletti, Giovanna
Marsilio -Collana: Le maschere
Pagine 77 - Anno 2003 - ISBN 8831781898
Argomenti: Narrativa
Prezzo di vendita: ¤ 6.00
Note: Storia di una bambina piccolissima e della sua voglia di vivere
Note di Copertina
La storia di Laura è un documento prezioso, espressivo come un film verità, traduzione del vissuto di una madre e di un padre sensibili e consapevoli di fronte alla nascita di una bambina prematura ai limiti estremi della possibilità di sopravvivenza. Il neonato, specialmente pretermine, per lungo tempo è stato considerato come una non persona, una tabula rasa, incapace di mettersi in relazione col mondo esterno, di percepire, elaborare e ricordare gli stimoli con cui viene confrontato, inclusi quelli dolorosi. È solo negli ultimi vent'anni che lo si è riconosciuto come "persona" a tutto tondo, con i suoi diritti e le sue necessità, primo fra tutti quello di avere vicino a sé i propri genitori. Questa consapevolezza non è stata però ancora incorporata e resa operativa a livello capillare nelle routines assistenziali, nelle Maternità e nei reparti di terapia intensiva neonatale del nostro paese. Questo libro, completato dalle osservazioni di un illustre psicanalista e di un esperto neonatologo, ci insegna che molte cose "buone" possono essere fatte, seppure talvolta con qualche difficoltà, purché vi sia la convinzione, la volontà e l'impegno a tradurre in prassi, spesso molto semplici e banali, ciò che la scienza ci ha indicato da tempo e che i genitori hanno saputo da sempre. Occorre tuttavia liberarsi da alcuni pregiudizi e utilizzare al meglio quelle che io considero le qualità essenziali del medico, dell'infermiera e di chiunque, per mestiere o per missione, si dedichi ad alleviare le sofferenze del prossimo: la pietà, la comprensione, la dedizione, l'empatia e la generosità nel mettere in giuoco anche, e soprattutto, la propria umanità e le proprie emozioni, e non solo la propria professionalità e capacità tecnica. Ecco perché questo è un libro per tutti: genitori, medici, infermiere, psicologi e anche amministratori e politici impegnati nel promuovere e proteggere la salute dei nostri bambini
Tocco Laura con un dito, poi con due, piano piano percorro il suo corpicino passando tra i fili e le flebo, le prendo i piedini nella mano, sono freddi, li scaldo, questo posso farlo. Le mani sono microscopiche, le dita sembrano di vetro. Si stringono attorno al mio dito senza riuscire a congiungersi, tanto sono piccole. Sento la sua stretta debole ma vera, penso: avverte la mia presenza, sa che sono qui... Ma il suo sguardo resta inespressivo, indecifrabile
Dall'anticipazione:
Laura è il racconto in diretta della nascita di una bambina estremamente prematura. Cinque mesi e mezzo, cioè 24 settimane di gravidanza, 600 grammi di peso: un feto con, forse, un pò di voglia di vivere in più
Ritenuta un aborto dai medici, quando è nata, per fortuna, ha pianto. Grazie anche a questo, è stata soccorsa, portata in terapia intensiva, curata, salvata. Laura non è un miracolo, è solo il risultato positivo della determinazione, della fiducia e del coraggio di due genitori che hanno combattuto insieme a lei, superando anche il pregiudizio dei medici. Oggi Laura è una splendida bambina di sette anni, sana, intelligente, assolutamente normale, cresciuta con fratelli che l'hanno desiderata e stimolata con la loro vivacità. Ma l'emozione e il dolore di quei giorni restano ancora tanto vivi nei genitori da trasudare dal racconto con tutta la loro forza. Ne deriva una narrazione incalzante e drammatica, commovente e dignitosa, estremamente coinvolgente. L'autrice ha voluto con sincerità raccontare il suo complesso di inadeguatezza, il dramma della madre che si sente responsabile della sofferenza del suo bambino, mamma "incapace" di portare avanti una gravidanza normale, madre che "crudelmente espelle" suo figlio prima del tempo, madre dannosa per il suo bambino. Sentimento questo, che tante donne possono riconoscere come proprio, per esperienze vissute o per paure sperimentate.
Il volume è corredato dal commento di una psicologa e di un neonatologo, entrambi impegnati nella promozione di progetti di terapia intensiva neonatale integrata; nonché da un elenco delle principali associazioni che si occupano in Italia di bambini prematuri.

 

LE CAREZZE COME NUTRIMENTO
Giacomo Magrograssi

È carezza tutto ciò che, riconoscendo l'esistenza dell'altro, comporta una comunicazione con una valenza affettiva, anche minima. Assentire sorridendo, toccare amichevolmente una spalla, dire «sono contenta di vederti», ascoltare con attenzione, dare un segno di disponibilità.
Come il cibo è indispensabile da un punto di vista fisico e permette la crescita e il mantenimento di un benessere corporeo, così avviene per quanto riguarda «le carezze come nutrimento». Sin dalla nascita siamo estremamente sensibili alla qualità e alla quantità delle carezze che riceviamo. All'inizio si tratta soprattutto di contatto fisico attraverso le mani di chi accudisce, di odori e di sapori; poi, pian piano, ci allontaniamo dal contatto diretto e il riconoscimento si fa più simbolico, diviene carezza la parola che ci viene detta e il sorriso che ci viene fatto. Il nostro rapporto con questo speciale tipo di nutrimento, la nostra «dieta» abbondante o scarsa, equilibrata o meno, segnerà il nostro modo futuro di essere soddisfatti e di provare piacere, di recepire le carezze che ci vengono fatte da adulti e di farne a nostra volta.
Parlare di carezze significa parlare di riconoscimento. Riconoscimento di sé e riconoscimento dell'altro; e poi ancora riconoscimento di sé attraverso il riconoscimento dell'altro.
Carezze sono quelle che trasformano un neonato in un bambino, un bambino in un adolescente e un adolescente in un uomo o in una donna. Carezze sono i riconoscimenti reciproci che gli uomini e le donne si danno e che determinano la qualità della loro vita.
Una limitazione di carezze tende a riproporre avarizia di carezze, abbondanza richiama abbondanza, carezze negative ripropongono carezze negative e via dicendo.

Segnalato da Agnese

 

Bambino d’inverno – una maternità ferita, il coraggio, l’amore
Annamaria Giustardi
Marsilio editori, Venezia, 2003
12,50 euro

Elena è un madre “diversa”, ha avuto un figlio “diverso”, nato prematuro, piccolo, più simile ad un lombrico che a un figlio di un uomo, di cui non sa nulla, neppure se sopravviverà.
Questa nascita tragica e i mesi che seguono, altalena inquieta di illusioni e disperazione, le permettono di riprendere contatto con il proprio passato irrisolto, in una sorta di viaggio fino al riconoscimento dei propri limiti. Ritornano in lei le storie dell’infanzia, come le favole e le principesse, le corse al mare e lo strano rapporto con la madre, rigida e chiusa in se stessa. Riemerge il ricordo della morte del padre, evento drammatico vissuto nella solitudine e nell’abbandono. Ritorna il pensiero – quasi ossessivo – dell’altro figlio, prima abortito in nome di un finto amore, pi dimenticato per cancellare il passato.
Elena attraversa così gli anni trascorsi e giorni presenti, che diventano tempo futuro nel rapporto con il suo bambino. Costruisce questa relazione minuto per minuto , nonostante le malattie, le difficoltà ad integrarsi nella struttura ospedaliera e la continua e logorante paura di perdere il figlio. Si forma un rapporto intimo, così come lo era stato in gravidanza, fatto di conoscenza e comprensione e dolcezza infinita, nella scoperta- forse vissuta con incredulità – di riuscire a essere madre, una buona madre, per scelta e per volontà.

Segnalato da Vincenza