Storie di bimbi e genitori speciali che hanno scelto di offrire la loro esperienza a tutti voi.


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Margherita è nata il 15/12/2004 a Firenze di 31 settimane e pesava 950 grammi.

Ha passato 4 mesi alla Terapia Intensiva Prenatale dell'Ospedale Meyer di Firenze, dove ci lavorano angeli, non persone...
Ad Aprile del 2005 quando finalmente abbiamo portato a casa Margherita pesava soltanto 2 kg...
Però io voglio che la mia storia sia breve e che si arrivi subito ad oggi, ed infatti ho voluto mettere una foto di Margherita oggi a 5 anni e 4 mesi pronta per andare alla scuola elementare il prossimo Settembre.
E questo per dire a tutti i genitori che si trovano, loro malgrado, ad affrontare questa prova della vita molto difficile - che non è scontato che vada a finir bene - che bisogna tener duro, mai mollare, sorridere alla vita e a quel pezzettino chiuso dentro quella scatola di plastica che ce la sta mettendo tutta per sopravvivere e per andare a casa da mamma e papà!... proprio per lui, per lei, bisogna essere forti, positivi, non buttarsi giù... noi ne abbiamo passate tante, ma tante, e invece di raccontarele voglio farvi vedere che bel fiore è diventato la nostra Margherita!

Maria Novella & Antonio con Margherita

pubblicato l'11 maggio 2010



Piccolo fiore
(poesia di Alessandro Bonanni)

Sei arrivata prima, fiorellino,
Cosi’ attesa e cosi’ speciale,
Boccio dicembrino
Poco prima di natale;

Sei arrivata che pesavi un chilo
Non ancora pronta, implume
Con la vita appesa a un filo
E fiamma fioca nel tuo lume;

Sei arrivata, frutto prematuro,
Di un amore tenero e tenace,
Quale scommessa sul futuro
Di chi si e’ scelto per trovare pace,

E dal nido caldo della mamma
Sei caduta in altro letto
Sotto vetro fai la nanna
Mentre urli i do di petto,

Troppo piccina per stare altrove
Tra le braccia del papa’,
La provvidenza i tubi muove
Le speranze fa e disfa’.

Hai ogni petalo al posto giusto
Ma lo stelo e’ molle
Non sei come pianta ad alto fusto
Che mette radice nelle zolle;

Ti si innaffia di pioggia zuccherina,
E ti si cerca la linfa nelle vene,
Tu reggi l’urto, forte bambolina,
Di certo senti intorno a te quel bene

Che spesso piange, o ride e si conforta
Accanto alla tua serra chiusa,
E se la via della salvezza e’ storta
C’e’ sempre un angelo con te a far le fusa,

E quell’angelo custode non ti molla
E veglia accorto sui tuoi respiri rotti
Ti sta attaccato come con la colla
Dentro alle flebo, in mezzo a quei cerotti

E quando piangi oppur sei stanca
Di battagliare contro gli accidenti,
Batte le ali, zitto ti rinfranca
Trattiene la tua anima fra i denti,

E noi tutti che ti stiamo attorno
Proviamo a scaldare questo scrigno
Perche’ tu possa presto far ritorno
A un tempo di sorrisi, piu’ benigno

E nelle visite presso l’ospedale,
Per sostenere i tuoi cosi’ devoti,
Proviamo a scacciare tutto il male
E mille sono i pensieri, i voti

A che’ tu metta addosso nuove foglie
E robusta corteccia, margherita,
E lo sgomento che spesso ci coglie
Sia domani immagine sbiadita.

Nell’altaalena del tuo bollettino
Buone e cattive sono le novelle,
Ma tu al fine cresci, pian pianino
E adesso hai meno buchi sulla pelle

E, goccia a goccia, inizi a bere il latte
E scalci impaziente nella culla,
Tutte le infermiere per te van matte
E per quel babbo che sempre ti trastulla,

Costante all’appuntamento, al passo
Con la sua bambina in miniatura,
Ti carezza tutta, dall’alto in basso
E ti colma di ogni possibile premura.

E tanto di cappello alla balocchi
Che salda tiene unita la speranza
Anche se piange, poi in fondo agli occhi
Una certezza si fa strada, avanza

Perche’ da mamma sa vedere avanti,
Oltre le mura dell’incubatrice,
E mai dispera nei frangenti tanti
E con coraggio ripete e dice:

Lo porteremo a casa il pezzettino
Nella cameretta dipinta di rosa
E a fior di labbra ti manda un bacino
Perche’ una figlia e’ la piu’ bella cosa

Che il mondo le abbia regalato,
E vuole crederci nel lieto fine
E debellare un destino ingrato,
Sa che non esiste rosa senza spine,

Che senza il suo di affetto,
Quello del bagni, dei nonni e del fratello,
Degli zii, degli amici e del distretto
Non puoi portare da sola il tuo fardello.

E la pazienza, i medici, il signore
Fanno un miracolo, grande, immenso
Ma piu’ di tutto, poi, conta l’amore
Mi convinco quando ci ripenso.

Tu, mimma, cresci in peso e in salute
Sorridi al mondo, agiti le mani,
Meno timori la degenza incute,
Si comincia a far sogni per domani.

E arriva finalmente a meta’ aprile,
Il giorno che tu sbocci a vita nuova,
Sotto le ciglia un lampo infantile
Nell’abbandonare quell’ alcova

Assieme ai tanti cuccioli piccini
Che patiscono l’attesa d’esser forti,
Azzurri o rosa, son tutti pulcini
Che una chioccia aspetta in altre sorti.

E ora che siamo qui a casignano,
Riuniti di fronte alla cappella,
Festeggiamo insieme un altro arcano
Te nata due volte, due, tre stella,

Meglio stellina di un firmamento
Che nel suo perpetuo divenire
Non ti rechi mai tormento
Per il presente e l’avvenire,

Anzi l’esperienza del dolore,
Sofferto e condiviso,
Rafforzi il tuo di cuore,
Che non smetta mai il sorriso.

E il sole, margherita,
Bimba adesso, donna poi,
Ti accompagni per la vita,
E riscaldi i giorni tuoi,

In attesa che farfalla
Si posi sul tuo fiore
E si schiuda la corolla
A nuovo dono dell’amore,

Nella storia ricorrente
Che da sempre si ripete,
Quando affettuosamente
Due strade, due mete

Si intersecano insieme
Come e’ stato, come sara’,
A coltivare il bene,
L’un dell’altro la meta’,

Come antonio e la novella
Le pere ed il formaggio,
La bestia con la bella,
La dama con il paggio;

Il vuoto con il pieno,
Lo sposo con la sposa,
Il tuono ed il baleno,
E mille esempi a iosa.

Cresci, piccolo fiore,
Nel vaso e nella terra,
Cresci con il sudore
In pace e mai in guerra.

Fatti pianta e poi frutto
E seme all’occorrenza
E porta dappertutto
La tua verde florescenza

E sii felice, e tanto,
Con gli altri e con te stessa
Lontana oppure accanto,
E mai di cercar cessa

Quel sogno, quella luce
Che solo vale la pena
Che invita e ci conduce
A completezza piena.

Tu fiore anzitempo
Di un inverno primavera,
Goditi ogni momento
Dell’aurora e della sera.